L’emergenza legata al Coronavirus ha stravolto la nostra quotidianità e ha obbligato (ed obbligherà) sia i privati che le imprese ad adottare misure straordinarie per la protezione personale. Con l’inizio della cosiddetta Fase 2 infatti, molte aziende ed attività potranno riaprire, ma saranno obbligate ad utilizzare e fornire ai propri clienti i dispositivi di sicurezza, mascherine e guanti.
Questo comporterà una nuova gestione degli stessi, nel momento in cui diventeranno rifiuti.
In condizioni normali, i rifiuti speciali ospedalieri richiedono attenzioni molto particolari: si tratta spesso di sostanze che possono rivelarsi pericolose se non smaltite correttamente. In tutte le fasi del processo, infatti, occorre seguire procedure specifiche per diminuire i rischi sia per gli operatori che per l'intera comunità.
L’utilizzo di mascherine e guanti monouso nel periodo del Coronavirus richiede precauzioni ancora maggiori.
Classificazione dei rifiuti ospedalieri
I dispositivi di protezione individuale vanno, innanzitutto, correttamente classificati.
Per farlo dobbiamo consultare il Catalogo Europeo dei Rifiuti, un elenco comunitario che ha lo scopo di standardizzare sia la nomenclatura che le modalità di trattamento di tutti i tipi di rifiuti prodotti in tutto il territorio dell’Unione Europea. Il Catalogo è composto da più di 800 codici, suddivisi in capitoli, che identificano le varie categorie di rifiuto. Generalmente, i rifiuti possono essere suddivisi in:
- Rifiuti sanitari non pericolosi
- Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo
- Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
Ai primi appartengono tutti i blister e i contenitori di farmaci, anche metallici, privi di deflussori e aghi, i gessi ortopedici, tutto il materiale – sempre aghi esclusi – per il trattamento del sangue e i farmaci scaduti.
I rifiuti a rischio infettivo, invece, sono quelli che provengono da pazienti o aree dell'ospedale di isolamento infettivo. Possono essere stati contaminati da uno qualsiasi dei liquidi normalmente prodotti dall'organismo umano ma anche animale (nel caso di istituti veterinari).
I rifiuti sanitari non pericolosi
Sono tutti gli scarti costituiti da materiale metallico, vetro per farmaci e soluzioni senza deflussori e aghi, gessi ortopedici, le sacche per il plasma e le sostanze per la conservazione del sangue. Infine, i farmaci scaduti e altri elementi provenienti dai laboratori che non presentano rischi di pericolosità.
Il codice è il 180104 per la maggior parte di questi; il 18.01.01 per i rifiuti taglienti; il 18.01.02 per la categoria relativa al sangue.
Rifiuto a rischio infettivo
Tutti gli oggetti di scarto che presentano il rischio d'esser stati contaminati con un qualsiasi liquido o secrezione proveniente da un paziente infetto vengono classificati come rifiuti pericolosi a rischio infettivo. Si badi bene che il paziente può essere sia un uomo che un animale nel caso di ospedali veterinari.
Il codice di questi rifiuti è 18.01.03 e 18.02.02.
Come smaltire le mascherine ed i guanti
Secondo il principio di precauzione, le mascherine ed i guanti monouso utilizzati in negozi, bar, uffici ecc, possono essere catalogati con il codice CER 180103*. Ma come gestirli nelle nostre attività quotidiane?
I dispositivi di protezione individuale vanno cambiati molto spesso, nei prossimi mesi se ne produrranno quindi ingenti quantità. È però sbagliato pensare di poterli gestire come rifiuti normali; non vanno ovviamente abbandonati nell’ambiente.
La soluzione migliore è dotarsi di contenitori omologati per i rifiuti ospedalieri: si tratta di contenitori simili agli ecobox per i toner, che possono essere comodamente posizionati in un angolo del nostro luogo di lavoro.
Una volta utilizzati, guanti e mascherini vanno gettati all’interno del contenitore, strutturato per far sì che, gettando i dispositivi, non si venga a contatto con quelli già all’interno.
Una volta pieno, il sacco dovrà essere chiuso ed affidato ad aziende autorizzate che possano occuparsi del trasporto e dello smaltimento secondo norme di legge.
È importante infatti gestire correttamente questa tipologia di rifiuti, al fine di evitare infezioni o contaminazioni.
Queste disposizioni si riferiscono ad ambienti in cui non siano presenti persone positive al Covid-19.
I dispositivi utilizzati da persone positive infatti, devono essere inserite in un sacchetto di plastica ben chiuso, da inserire in un altro sacchetto di plastica da chiudere a sua volta. Il tutto deve essere gettato nei rifiuti indifferenziati.